giovedì 13 dicembre 2007

Autoritratto


Cerco di dare il mio contributo a questo blog, mostrandovi un'altra mia "opera". Prima di tutto un saluto ai creatori di questa pagina che mi hanno permesso di avere uno spazio virtuale nel quale incasellare i miei pensieri: Edoardo, che conosco personalmente e gli altri due ragazzi, dei quali francamente non ricordo i nomi ma solo gli pseudonimi e che voglio comunque ringraziare.
Il lavoro che vi illustro è un banale autoritratto, una delle prime cose che ho fatto, nel quale cerco di fondere i colori nel modo più luminoso possibile in contrasto con il mio viso sorridente. Il sorriso, è giusto ricordarlo, è forse la più grande espressione d'arte che l'uomo possa conoscere e di conseguneza riportare. Ovviamente, come negli altri lavori esposti in questo blog, ritengo fondamentale inserire, anche se marginalmente in questo caso, l'elemento "infanzia". Questo è il simbolo del nostro desiderio di ritorno alla purezza, unico momento in cui l'arte può essere formata, mai esclusa.

Angelo Citrico

(angelo.citrico@gmail.com, per informazioni e domande)

lunedì 10 dicembre 2007

Basta un fiore per muovere l'aria

E' il '74 l'anno della svolta e della consacrazione.
Angelo Citrico mostra al pubblico del Madison Square Garden quella per alcuni è la sua opera più importante: Neve.

Il fulcro dell'opera è ovviamente il fiore. Il fiore in contrasto con il paesaggio innevato, a simboleggiare la caducità della condizione umana e la bellezza del vivere.
Ma il messaggio non si ferma certo qui, perché Citrico sale di un livello e si (ci) chiede: eppure non siamo forse tutti cose inanimate? Siamo realmente proprietari del nostro destino e delle nostre azioni, o non forse come delle marionette inconsapevoli siamo esposti alle intemperie ed ai lazzi di una divinità burlona? La risposta che Citrico da, che non può esimersi dal dare, la si ricava dal particolare degli alpinisti che affrontano la montagna. Essi sfidano l'ombra ed il bisogno di assoluto che attanaglia tutti noi. Con i loro sforzi ci insegnano che la via, per quanto oscura e perigliosa, va inventata ogni giorno senza preoccuparsi del senso e del punto d'arrivo, perché ciò che da significato al nostro vivere è solo questa indomita, infinita e perdente sfida tra noi e l'assurdo del mondo.
E' un messaggio di speranza che non ha eguali nella storia dell'arte.

giovedì 6 dicembre 2007

Non da mano d'uomo fu fatto ciò che ammirate

“Il mio pensiero sull’arte?
_____Arte è tutto ciò
__________che trasforma
______________spazio ed emozioni

__________in organismo.
_____Negatrice di vita
l’arte vive in sé: sola.”



Angelo Citrico



Era il ’56, anno di grandi speranze poi infrante. Per le strade si giocava ancora al gioco della merla.
Il ’56. Fu l’anno della grande migrazione, delle piogge e dell’invenzione del calco di Rembrandt ad opera di quell’originale- ricordate?- quello che assurse poi agli onori delle cronache per un repentino quanto inspiegabile cambio di razza. Che anno, quell’anno.
Era il ’56, l’anno del primo geniale lavoro di Angelo Citrico. King Kong a Notre Dame. Passarono vent’anni prima che la critica si rendesse conto della grandezza dell’opera. Altri quindici furono necessari perché fossero comprese le implicazioni del King Kong nella rivoluzione di valori della società. Ora Angelo Citrico si studia già dagli inizi della carriera scolastica.
L’ infinita ricerca del Senso Reale nel vissuto onirico, la scoperta della bistemporalità attrattiva del colore pastello, la lotta tra l’abbandono alla società e la metafisica metatonica…Angelo Citrico è qualcosa, molto di più di un’artista. E’ lo Spirito del Tempo e della sua Negazione, uomo ma oltre l’uomo ed al di sotto di esso. Angelo Citrico, forse l’unico nato da donna di cui si possa dire che “è”.
Trema la mano all’annuncio che da oggi ha inizio la collaborazione tra Filo su Filo ed il Sommo, nel nome dell’Arte, della Vita, del Nulla.

King Kong a Notre Dame

Filo su filo contro la storia (una prosa armoniosa per Bosa)


"Cesare sarà tuo padre" disse lui. Lo disse forte, talmente forte che ancora oggi la rabbia riesco ancora a sentirla. Ma un dubbio, invero, rimane: una minaccia o una affermazione. Già, perché nel caso in cui fosse una affermazione, nulla potrebbe affermare il contrario, o forse è il contrario, tanto è vero che il tutto sarebbe brutto! Bruto mai, perché in tal caso si sarebbe già nella seconda possibilità e dunque la storia si piegherebbe in un bending spazio temporale d'altri tempi. Ora bruto era il figlio di Cesare, ma ciò sarebbe inesatto in relazione alla difficoltà logistica di inserire Bosh, figlio di Bosa e non di Cesare, in una situazione che lo renderebbe inerme alle critiche di chi, come qualcuno potrebbe pensare, lavora nell'ombra.

Una minaccia dunque aleggia su Bosh, figlio ipotetico di un Cesare forse intento in una vendetta, una seria minaccia, una minaccia fantasma. Gorica. Dorica. In tal caso si potrebbe dire Ionica, o se fosse maschile Ionico. Ragazzo Ionico. In tutto questo Filo attende sotto un portico, con Max che passo dopo passo caracolla indebolito.
Ora Bosh, figlio di Bosa e non di Cesare (possibilità che abbiamo analizzato e scartato a meno che non si verifichi), sorride felice. Per ora.

martedì 4 dicembre 2007

Filo che avrà 20 anni nel Duemila

Aveva la febbre quel giorno, Filo. Pierre invece stava benino, diciamo che gli stava passando. Stava passando anche Jimi Hendrix, insieme a Jimmi Ghione e all'omonimo formaggino, quello della goccia. Avrà vent'anni nel Duemila, Filo. Anzi, avrà vent'anni alle soglie, del Duemila. "Oh beh, fossero questi i problemi", si disse, e sparì nella tempesta.

Oh, nonostante la febbre!